No, la chiaroveggenza NON è una Facoltà Soprannaturale

Esplorare fenomeni come telepatia, chiaroveggenza e percezioni extrasensoriali non può che lasciare affascinati, ma uno dei punti che tengo sempre a sottolineare è che non si tratta di doni straordinari per pochi, ma di un’esperienza di coscienza a disposizione di tutti.

Parafrasando le ultime righe del mio primo libro sull’Intuizione, l’uomo ha per troppo tempo attribuito a Dio facoltà naturali da sempre disponibili nelle sue mani e, per questa ragione, ha considerato “magiche” le proprie percezioni intuitive.

In alcune cerchie ristrette – come quella dei meditatori abituali – l’espressione di queste facoltà costituisce più la regola che l’eccezione: esplorando con costanza le potenzialità della propria coscienza, le facoltà mentali superiori si manifestano facilmente.

Quello che mi preme sottolineare è che l’alone magico che circonda la chiaroveggenza costituisce, assieme allo scetticismo, uno degli elementi che ne limita maggiormente l’espressione. Come spiego bene nel libro Convinzioni, al contrario di quel che si pensa abitualmente, bisogna credere per vedere e non pretendere di vedere per credere.

Per fortuna l’intuizione si manifesta già con regolarità nella nostra vita! Lo sanno bene coloro che hanno animali domestici (che manifestano continuamente percezioni extra-sensoriali), le neomamme (che sembrano avere un contatto invisibile con i propri bimbi) e tutti coloro che almeno una volta hanno pensato a un amico che non sentivano da tempo subito prima che li chiamasse al telefono. Il punto è che spesso non abbiamo occhi per vedere e una mente lucida in grado di fare due più due.

Per cominciare a comprendere l’intuizione devi smettere nel più breve tempo possibile di considerare questi fenomeni “casualità” o “magia” e lavorare con qualunque strumento a tua disposizione sulla tua consapevolezza. È proprio qui che risiede la capacità di vedere.